Il successo planetario di Nintendo Switch è sotto gli occhi di tutti. Dati alla mano, la casa giapponese ha piazzato nelle case oltre 152 milioni di console dal 2017 a oggi, mentre i giochi venduti sono oltre 1.4 miliardi. Si tratta della seconda console più venduta mai creata da Nintendo, dietro solo al DS, che potrebbe raggiungere comunque nei prossimi mesi. Numeri stellari e che fanno capire il motivo per cui Nintendo ha atteso così tanto prima di lanciare Switch 2, arrivata lo scorso 5 giugno sugli scaffali.
La nuova console ha visto un lungo percorso di sviluppo, che ha portato a tanti cambiamenti a livello tecnico, ma sempre seguendo la filosofia di Nintendo, che non vuole competere con PS5 Pro o con le potenti schede grafiche su PC. La forza di Switch 2 è nelle sue IP e nell'esperienza d'uso generale, per una console che ci accompagnerà per molti anni a venire, e forse proprio questo potrebbe essere il suo unico limite.
La qualità costruttiva è molto migliorata
L'idea di base di Switch 2 non va a rivoluzionare quanto visto in passato. Una scelta saggia, perché proprio il form factor ibrido è uno dei successi alla base di questa console, che può essere utilizzata davanti al televisore come in ogni altro luogo.
A prima vista si nota subito il look più moderno, ma è prendendola in mano che si avverte una sensazione di maggiore solidità, merito dei materiali utilizzati per la scocca e del nuovo sistema di aggancio dei Joy-Con. Sul fronte ergonomia le dimensioni sono cresciute, del resto lo schermo è più grande, ma a mio avviso si tratta di un vantaggio non di uno svantaggio. Lo schermo di Switch col tempo è diventato più piccolo, non si tratta di uno strano fenomeno fisico ma di pura abitudine: utilizzando lo smartphone tutti i giorni, ormai siamo abituati a schermi da 6.7-7 pollici, Nintendo ha fatto bene a passare a un pannello da 8 pollici, anche per differenziare ulteriormente la sua proposta gioco in mobilità da quella dei telefoni.
Sempre a proposito di schermo, la sua protezione è affidata al Gorilla Glass, a sua volta coperto da un'ulteriore pellicola preinstallata, utilizzata per evitare che piccoli frammenti di materiale possano ferire l'utilizzatore in caso di rottura. Parleremo dopo della qualità dello schermo, l'unico appunto che mi sento di fare riguarda le cornici, piuttosto spesse: una loro riduzione avrebbe permesso di avere una console più piccola, ma è anche possibile che lo spazio in più fosse necessario per il sistema di dissipazione.
I materiali sono decisamente migliorati, la sensazione è quella di avere per le mani una vera console portatile moderna, inoltre il sistema di aggancio dei Joy-Con è più saldo e meno scricchiolante.
Grazie alla forza dei magneti si viene guidati verso il punto di aggancio, una soluzione decisamente più comoda rispetto alle guide a incastro utilizzate in precedenza. Anche i pulsanti di sgancio dei controller sono stati rivisti e ora sono più grandi e quindi più facili da premere, mentre gli stick analogici offrono una corsa più ampia, a tutto vantaggio della precisione durante l'utilizzo. La sensazione premendo i pulsanti invece è molto simile a quella della vecchia Switch, non hanno corsa sono dei semplici tasti, non si può quindi dosare la forza della pressione, particolare che vale anche per i grilletti posteriori. Interessante è la nuova modalità mouse, che mi ha impressionato per la precisione nella rilevazione dei movimenti, sia su tappetino che sul legno.
Testandola su Cyberpunk 2077 l'unico vero problema sono i tasti, scomodi da raggiungere nel mio caso. In confezione è anche presente un adattatore apposito, ma la differenza tra il suo utilizzo o meno è minima. Per gli sparatutto forse non è il sistema più reattivo, ma in alcuni generi può tornare utile, penso ad esempio agli strategici o ai titoli gestionali. Ovviamente è rimasta la possibilità di utilizzare i due Joy-Con come controller singoli nei titoli che lo supportano, i possessori della vecchia Switch saranno invece felici di sapere che i controller sono compatibili con il nuovo modello, per cui possono tornare comodi quando si gioca in due o in quattro giocatori sullo stesso schermo.
Stand, Docking station e connessioni
Il supporto posteriore è stato completamente rivisto, ora è più grande e permette una maggiore stabilità: peccato solo per il materiale utilizzato, che sembra troppo leggero, basta una piccola pressione per piegarlo, speriamo che la tenuta nel tempo sia all'altezza, soprattutto considerato che Switch 2 viene utilizzata spesso dai più piccoli.
Particolare che potrebbe passare inosservato è la presenza di due porte USB Type C, quella in basso serve per la ricarica nella docking station, quella in alto funziona ugualmente per la ricarica e può essere impiegata per il collegamento degli accessori.
C'è poi la docking station per il collegamento al televisore, dal design più curato rispetto al passato ma realizzata completamente in plastica, piuttosto leggera a dirla tutta. Le connessioni comprendono l'uscita HDMI, due USB e la porta di rete, aggiornata con standard gigabit, quindi più veloce: se avete una connessione a internet con fibra ottica potrete scaricare i giochi molto più rapidamente.
Peccato per il sistema che permette di ordinare i cavi in ingresso, il cui foro d'uscita è piccolo: far passare alimentazione, rete e HDMI insieme è davvero un'impresa. Ovviamente la vecchia dock non è compatibile con il nuovo modello, se provate inserire Switch 2 compare un avviso che avverte di utilizzare il nuovo alimentatore.
Lo schermo migliora, e anche l'audio
Lo schermo della Switch ha fatto il suo tempo. Ormai abbiamo gli occhi tarati sui display OLED, colpa del mondo smartphone, che li utilizza in quasi tutte le fasce di prezzo. Inutile dire che avrei voluto uno schermo di questo tipo anche sulla nuova Switch 2, Nintendo tuttavia ha preferito restare sulla tecnologia LCD, probabilmente per lasciare spazio in futuro a una Switch 2 OLED. Il pannello è da 7.9 pollici con risoluzione Full HD, refresh rate di 120 hz e VRR, quest'ultimo assente quando si gioca su TV.
Rispetto al modello precedente il passo in avanti è notevole, ma non poteva essere altrimenti essendo trascorsi otto anni. La luminosità di picco è aumentata e permette ora un comfort visivo migliorato, inoltre l'HDR consente di sfruttarla al massimo, spingendo sulla luminosità quando serve. Al chiuso si riesce a giocare bene, i problemi sorgono all'aperto, dove il display diventa praticamente inutilizzabile, complice anche la sua elevata riflettanza.
Utilizzandolo nell'ambiente adatto il display di Switch 2 offre un contrasto e un livello del nero nettamente superiore rispetto al passato, ma anche il colore ne guadagna, sia in saturazione che per le sfumature che questo schermo è in grado di rappresentare.
Nel bordo basso della scocca sono poi installati i due altoparlanti, dotati di un sound più corposo e di un volume leggermente più alto rispetto al precedente modello. Nulla che faccia gridare al miracolo ma funzionano bene, inoltre le alternative non mancano, grazie al jack audio e al bluetooth: se volete un'esperienza più coinvolgente, meglio utilizzare le cuffie.
Specifiche tecniche: consumare poco, consumare bene
Le specifiche tecniche di Switch 2 non sono pensate per offrire le massime prestazioni, Nintendo non ha mai puntato su questo per vendere i suoi prodotti. La scelta è ricaduta su architetture e componenti di facile reperibilità e potenti quanto basta per dare un salto generazionale marcato ma con un occhio ai consumi. La situazione attuale purtroppo è complicata, Nintendo ha bisogno di produrre un gran numero di console senza salire troppo con il prezzo, ecco perché ha preferito puntare su un processo produttivo non certo all'avanguardia (realizzato da Samsung a 7 nm), che ha però il pregio di avere maggiore disponibilità di linee di produzione libere.
All'interno c'è il processore T239 di NVIDIA, un SoC personalizzato da Nintendo per le esigenze specifiche di Switch 2. In tutto ci sono 8 Core ARM Cortex-A78C, mentre la GPU Ampere ha 1536 CUDA Core, oltre a RT e Tensor Core per gestire il Ray Tracing e DLSS, per una potenza massima in modalità docked di poco più di 3 TeraFlops. Ci sono poi 12 GB di RAM LPDDR5X e 256 GB di memoria interna, quest'ultima di tipo UFS 3.1.
A prescindere dall'aumento della forza bruta rispetto al vecchio Tegra X1, processore ormai molto datato, l'elemento più importante del nuovo hardware sono i Tensor Core di terza generazione, che permettono di sfruttare il DLSS, dando così un boost importante alle prestazioni. Dubito invece che gli RT Core verranno impiegati davvero, almeno nei titoli più esigenti graficamente: pur supportandolo, sarà difficile vedere il Ray Tracing su questa console a mio avviso, richiede troppe risorse. Peccato invece per l'impossibilità di utilizzare il Frame Generation, la tecnologia di NVIDIA che aumenta gli fps generando frame aggiuntivi grazie all'IA, visto che è disponibile solo a partire dall'architettura Ada Lovelace: il suo impiego avrebbe dato molto più respiro, ma soprattutto longevità, a Switch 2.
L'arrivo delle memorie UFS 3.1 è passato un po' in sordina ma in realtà aumenta molto la velocità di trasferimento, con conseguente diminuzione dei tempi di caricamento. Anche qui Nintendo è andata al risparmio, un SSD NVME avrebbe migliorato le prestazioni, così come l'utilizzo di memorie UFS 4.0, ma già così il miglioramento è notevole. Peccato per la quantità, 256 GB non sono poi così tanti se si considera che in futuro arriveranno titoli con asset più pesanti di quelli attuali. Vero che si può espandere la memoria con le schede MicroSD, ma in questo caso la velocità di trasferimento cala drasticamente, annullando di fatto il gap con Switch 1. Con l'aumento del prezzo dei giochi fisici poi sempre più utenti punteranno alle loro controparti digitali, vedremo se i 256 GB basteranno sul lungo periodo.
Ci sono elementi positivi e negativi quindi nell'hardware di Switch 2, uno di quelli più positivi sono sicuramente i consumi. In modalità docked il consumo è sempre in un range tra i 16 e i 22 W, in mobilità invece si scende tra gli 11 e i 14 W a seconda del gioco. Nintendo ha fatto un piccolo miracolo con Switch 2, di fatto consuma meno della metà degli handheld PC più performanti.
Rimanendo in ambito console invece, una PS5 assorbe poco più di 200 W durante l'uso, praticamente dieci volte di più. Vero che la resa grafica è superiore, ma se si considera il rapporto qualità - consumi Switch 2 è un vero portento, pensate cosa avrebbe potuto fare con un processo produttivo più evoluto. Il consumo bassissimo si ripercuote sulle temperature, che non raggiungono mai livelli critici, sia in modalità docked che portatile. Il calore si avverte se giocate console alla mano ma solo dopo lunghi periodi e senza diventare mai fastidioso.
Secondo Nintendo, Switch 2 dovrebbe offrire un'autonomia variabile tra 2 e 6,5 ore in modalità portatile, a seconda del tipo di gioco. La batteria da 5220 mAh permette poco più di due ore e mezza nei titoli più pesanti graficamente, con i giochi più leggeri questo tempo può salire anche a cinque ore, tutto dipende dal carico di lavoro che il processore deve svolgere. Un risultato che può sembrare non eccezionale vedendo i consumi così bassi e in rapporto ad esempio ai PC handheld attuali, ma in realtà è stato ottenuto con una batteria nettamente più piccola rispetto a quelle utilizzate da prodotti come Steam Deck OLED.
Ad esempio proprio la console di Valve utilizza una batteria da 6470 mAh, tuttavia rimane dietro a livello di autonomia rispetto a Switch 2. Infine il tempo di ricarica, che si aggira intorno alle 3 ore. Si poteva fare di più? Vista l'ottimizzazione raggiungibile in un ecosistema chiuso come quello Nintendo sicuramente sì, soprattutto puntando su un processo produttivo più evoluto e su una batteria più grande. Il problema è sempre il costo necessario per implementare questi accorgimenti, inoltre una batteria più grande avrebbe aumentato il peso, che nel caso di Switch 2 è di soli 535 grammi, contro i 669 grammi di Steam Deck OLED e i 670 di ROG Ally X. Nintendo ha quindi creato la console portatile moderna con la migliore autonomia, ma come abbiamo visto avrebbe potuto fare molto di più, pagandone però il prezzo a livello di costi e maneggevolezza.
Come girano i giochi?
Arriviamo ora alla parte forse più importante di questa recensione, ovvero i giochi. Partiamo dal presupposto che, per una console attesa da così tanto tempo, avremmo voluto vedere una line-up più corposa al lancio, i titoli pensati per Switch 2 sono ancora pochi e molti di essi sono aggiornamenti di giochi già usciti per la precedente console. Aggiornamenti che portano il DLSS, aumentano la risoluzione e la fluidità, ma senza andare a migliorare texture o modelli poligonali. Diciamo che Nintendo ha seguito una politica che possiamo riassumere con "minimo sforzo, massima resa", perchè anche senza aggiornare gli asset le differenze rispetto al passato sono abissali.
Come abbiamo visto nello speciale dedicato a The Legend of Zelda: tears of the kingdom, l'avventura di Link guadagna il 4K (upscalato dal 1440p con DLSS) in modalità docked, mentre in modalità portatile arriva al Full HD, sempre con 60 granitici frame al secondo. La pulizia dell'immagine ne giova molto, così come la resa del colore, grazie a un HDR efficace che rende il mondo di gioco più saturo e ricco di tonalità diverse, impossibili da vedere sullo schermo della vecchia Switch. Certo con delle texture e dei modelli rinnovati sarebbe cambiato ancora di più, ma purtroppo non è andata così. Ad ogni modo, se lo avete già giocato, il mio consiglio è di riprendere in mano Zelda: tears of the kingdom su Switch 2, perché è davvero un altro mondo. Se non lo avete mai provato invece questa è l'occasione per gustarlo nel migliore dei modi.
Rimanendo in casa Nintendo c'è poi Mario Kart World, il primo vero titolo "nativo" per Switch 2. Qui la risoluzione è di 1440p in modalità docked e in Full HD in modalità portatile, il tutto con una resa grafica eccellente, anche se facilitata dall'aspetto cartoonesco di ambienti e personaggi, che non richiede un livello di dettaglio elevato per rendere al meglio. Il frame rate non scende mai sotto i 60 fps, davvero niente male, soprattutto considerata la complessità delle piste e degli elementi che le compongono. Efficace è poi il sistema di illuminazione, con tanto di ciclo giorno - notte, che riesce bene a nascondere la sua natura precalcolata: si è parlato di tanto di Ray Tracing su Switch 2, ma anche qui nemmeno l'ombra.
C'è poi Cyberpunk 2077, il titolo scelto per dimostrare che con Switch 2 anche i tripla AAA di terze parti possono essere convertiti. Il gioco è davvero eccellente se usato in modalità portatile, sia con preset Performance che in quello Qualità, ma mostra qualche problema di nitidezza e di ghosting se utilizzato sul grande schermo. Già con un 42 pollici questi difetti sono visibili, quando siamo passati a un 65 pollici sono diventati ancora più evidenti. Il mio ricordo va alle prime implementazioni del DLSS su PC, che soffrivano degli stessi difetti, la speranza è che col tempo e con le prossime patch questi problemi vengano risolti. Sia chiaro, Cyberpunk 2077 su questa macchina e con questi consumi è un miracolo, ma per ora lo è solo in modalità portatile.
Parlando invece dei titoli più vecchi e senza aggiornamenti specifici per Switch 2, l'esperienza rimane quasi identica rispetto a quella della generazione precedente. Dico "quasi" perché in realtà dei cambiamenti ci sono, ad esempio il frame rate diventa decisamente più stabile, inoltre l'adattamento dell'immagine al 1080p rende un pochino più definita la scena, ma nulla di più.
Ad esempio provando It Takes Two la fluidità è molto buona, l'immagine inoltre diventa leggermente più nitida grazie alla risoluzione superiore, peccato che Nintendo non abbia previsto alcun tipo di upscaler automatico basato su Tensor Core, ma nemmeno un semplice upscaler spaziale, che avrebbe aumentato la qualità grafica senza bisogno di patch. Ovviamente queste soluzioni avrebbero potuto creare qualche problema a livello grafico con alcuni titoli, visto che sarebbero stati upscaler generici e non tarati sul singolo gioco, ma avrebbero potuto dare una mano nel renderli visivamente più appaganti e a costo zero. Una soluzione di questo tipo potrebbe comunque arrivare in futuro, speriamo che Nintendo ne tenga conto.
Sul fronte software la novità più gradita è l'uscita video in 4K, che rende l'interfaccia più bella da vedere e più pulita. C'è poi Game Chat, che ha un tasto dedicato sulla scocca: una volta avviata permette di chattare con un massimo di dodici persone mentre si gioca, condividendo anche il proprio schermo, grazie alla nuova videocamera di Nintendo, che costa 60 euro.
Prezzo e prospettive future
Switch 2 è venduta a un prezzo di 469.99 euro, che diventano 509.99 per il bundle con Mario Kart World. Come sappiamo il prezzo dei giochi è salito e può raggiungere anche gli 89.99 euro nelle versioni fisiche, mentre in digitale si può arrivare a 79.99 euro per i titoli più cari. A questo costo bisogna aggiungere l'abbonamento per giocare online, di 19.99 euro per un anno, ma se volete il pacchetto aggiuntivo salgono 39.99 euro, che permettono però di non dover pagare gli aggiornamenti grafici dei giochi. Il prezzo della console ci sta, visto anche l'hardware al suo interno, l'ecosistema invece inizia a diventare caro, se si sommano i costi maggiorati per i giochi e l'online da pagare a parte.
Costi a parte, giocando un po' con l'immaginazione mi sono chiesto come sarà Switch 2 tra qualche anno, e qui qualche dubbio mi viene. Fermo restando che Nintendo ha fatto bene a mantenere le sue IP solo su Switch, e che anche solo questo basterà a renderla longeva, qualche dubbio sulla tenuta dell'hardware sul lungo periodo ce l'ho. Basta guardare Cyberpunk, che è bellissimo in mobilità ma va in sofferenza in modalità docked, e stiamo parlando di un titolo che, per quanto complesso graficamente, è uscito nel 2020. Cosa accadrà quando arriveranno giochi di peso e di terze parti più moderni? Basterà questo hardware per gestirli?
Va poi considerato il mercato per quello che è ora, se si escludono le esclusive Nintendo ormai il mondo handheld è stato sdoganato, alternative non mancano per giocare in mobilità. Magari ora non sono molto più potenti di Switch 2 e non offrono la stessa autonomia, ma già tra un anno questo hardware verrà surclassato. Alla fine si torna al punto di partenza, il vero valore aggiunto di Switch 2 sono le sue esclusive, speriamo quindi che Nintendo ne faccia uscire in quantità nei prossimi anni.
Queste considerazioni valgono per me che ho 41 anni e utilizzo quasi sempre il PC per giocare, c'è però tutto un altro pubblico da considerare quando si parla di Switch, ovvero i bambini. Nintendo è rimasto l'unico brand nel mondo del gaming con un focus marcato anche sui più piccoli, la forza di Switch è anche questa, perché permette ad adulti e bambini di giocare sulla stessa piattaforma, spesso anche con gli stessi giochi e in contemporanea. Un fattore da tenere sempre a mente, perchè con Switch il pubblico si espande in modo esponenziale, verso lidi in cui non contano caratteristiche tecniche, grafica all'avanguardia e potenza, ma solo il divertimento.
Nintendo Switch 2 Recensione: è la console portatile defintiva?
Nintendo Switch 2 debutta con hardware migliorato, schermo più grande, autonomia superiore e giochi ottimizzati, ma basterà per resistere al futuro?
Il successo planetario di Nintendo Switch è sotto gli occhi di tutti. Dati alla mano, la casa giapponese ha piazzato nelle case oltre 152 milioni di console dal 2017 a oggi, mentre i giochi venduti sono oltre 1.4 miliardi. Si tratta della seconda console più venduta mai creata da Nintendo, dietro solo al DS, che potrebbe raggiungere comunque nei prossimi mesi. Numeri stellari e che fanno capire il motivo per cui Nintendo ha atteso così tanto prima di lanciare Switch 2, arrivata lo scorso 5 giugno sugli scaffali.
La nuova console ha visto un lungo percorso di sviluppo, che ha portato a tanti cambiamenti a livello tecnico, ma sempre seguendo la filosofia di Nintendo, che non vuole competere con PS5 Pro o con le potenti schede grafiche su PC. La forza di Switch 2 è nelle sue IP e nell'esperienza d'uso generale, per una console che ci accompagnerà per molti anni a venire, e forse proprio questo potrebbe essere il suo unico limite.
La qualità costruttiva è molto migliorata
L'idea di base di Switch 2 non va a rivoluzionare quanto visto in passato. Una scelta saggia, perché proprio il form factor ibrido è uno dei successi alla base di questa console, che può essere utilizzata davanti al televisore come in ogni altro luogo.
A prima vista si nota subito il look più moderno, ma è prendendola in mano che si avverte una sensazione di maggiore solidità, merito dei materiali utilizzati per la scocca e del nuovo sistema di aggancio dei Joy-Con. Sul fronte ergonomia le dimensioni sono cresciute, del resto lo schermo è più grande, ma a mio avviso si tratta di un vantaggio non di uno svantaggio. Lo schermo di Switch col tempo è diventato più piccolo, non si tratta di uno strano fenomeno fisico ma di pura abitudine: utilizzando lo smartphone tutti i giorni, ormai siamo abituati a schermi da 6.7-7 pollici, Nintendo ha fatto bene a passare a un pannello da 8 pollici, anche per differenziare ulteriormente la sua proposta gioco in mobilità da quella dei telefoni.
Sempre a proposito di schermo, la sua protezione è affidata al Gorilla Glass, a sua volta coperto da un'ulteriore pellicola preinstallata, utilizzata per evitare che piccoli frammenti di materiale possano ferire l'utilizzatore in caso di rottura. Parleremo dopo della qualità dello schermo, l'unico appunto che mi sento di fare riguarda le cornici, piuttosto spesse: una loro riduzione avrebbe permesso di avere una console più piccola, ma è anche possibile che lo spazio in più fosse necessario per il sistema di dissipazione.
I materiali sono decisamente migliorati, la sensazione è quella di avere per le mani una vera console portatile moderna, inoltre il sistema di aggancio dei Joy-Con è più saldo e meno scricchiolante.
Grazie alla forza dei magneti si viene guidati verso il punto di aggancio, una soluzione decisamente più comoda rispetto alle guide a incastro utilizzate in precedenza. Anche i pulsanti di sgancio dei controller sono stati rivisti e ora sono più grandi e quindi più facili da premere, mentre gli stick analogici offrono una corsa più ampia, a tutto vantaggio della precisione durante l'utilizzo. La sensazione premendo i pulsanti invece è molto simile a quella della vecchia Switch, non hanno corsa sono dei semplici tasti, non si può quindi dosare la forza della pressione, particolare che vale anche per i grilletti posteriori.
Interessante è la nuova modalità mouse, che mi ha impressionato per la precisione nella rilevazione dei movimenti, sia su tappetino che sul legno.
Testandola su Cyberpunk 2077 l'unico vero problema sono i tasti, scomodi da raggiungere nel mio caso. In confezione è anche presente un adattatore apposito, ma la differenza tra il suo utilizzo o meno è minima. Per gli sparatutto forse non è il sistema più reattivo, ma in alcuni generi può tornare utile, penso ad esempio agli strategici o ai titoli gestionali. Ovviamente è rimasta la possibilità di utilizzare i due Joy-Con come controller singoli nei titoli che lo supportano, i possessori della vecchia Switch saranno invece felici di sapere che i controller sono compatibili con il nuovo modello, per cui possono tornare comodi quando si gioca in due o in quattro giocatori sullo stesso schermo.
Stand, Docking station e connessioni
Il supporto posteriore è stato completamente rivisto, ora è più grande e permette una maggiore stabilità: peccato solo per il materiale utilizzato, che sembra troppo leggero, basta una piccola pressione per piegarlo, speriamo che la tenuta nel tempo sia all'altezza, soprattutto considerato che Switch 2 viene utilizzata spesso dai più piccoli.
Particolare che potrebbe passare inosservato è la presenza di due porte USB Type C, quella in basso serve per la ricarica nella docking station, quella in alto funziona ugualmente per la ricarica e può essere impiegata per il collegamento degli accessori.
C'è poi la docking station per il collegamento al televisore, dal design più curato rispetto al passato ma realizzata completamente in plastica, piuttosto leggera a dirla tutta. Le connessioni comprendono l'uscita HDMI, due USB e la porta di rete, aggiornata con standard gigabit, quindi più veloce: se avete una connessione a internet con fibra ottica potrete scaricare i giochi molto più rapidamente.
Peccato per il sistema che permette di ordinare i cavi in ingresso, il cui foro d'uscita è piccolo: far passare alimentazione, rete e HDMI insieme è davvero un'impresa. Ovviamente la vecchia dock non è compatibile con il nuovo modello, se provate inserire Switch 2 compare un avviso che avverte di utilizzare il nuovo alimentatore.
Lo schermo migliora, e anche l'audio
Lo schermo della Switch ha fatto il suo tempo. Ormai abbiamo gli occhi tarati sui display OLED, colpa del mondo smartphone, che li utilizza in quasi tutte le fasce di prezzo. Inutile dire che avrei voluto uno schermo di questo tipo anche sulla nuova Switch 2, Nintendo tuttavia ha preferito restare sulla tecnologia LCD, probabilmente per lasciare spazio in futuro a una Switch 2 OLED. Il pannello è da 7.9 pollici con risoluzione Full HD, refresh rate di 120 hz e VRR, quest'ultimo assente quando si gioca su TV.
Rispetto al modello precedente il passo in avanti è notevole, ma non poteva essere altrimenti essendo trascorsi otto anni. La luminosità di picco è aumentata e permette ora un comfort visivo migliorato, inoltre l'HDR consente di sfruttarla al massimo, spingendo sulla luminosità quando serve. Al chiuso si riesce a giocare bene, i problemi sorgono all'aperto, dove il display diventa praticamente inutilizzabile, complice anche la sua elevata riflettanza.
Utilizzandolo nell'ambiente adatto il display di Switch 2 offre un contrasto e un livello del nero nettamente superiore rispetto al passato, ma anche il colore ne guadagna, sia in saturazione che per le sfumature che questo schermo è in grado di rappresentare.
Nel bordo basso della scocca sono poi installati i due altoparlanti, dotati di un sound più corposo e di un volume leggermente più alto rispetto al precedente modello. Nulla che faccia gridare al miracolo ma funzionano bene, inoltre le alternative non mancano, grazie al jack audio e al bluetooth: se volete un'esperienza più coinvolgente, meglio utilizzare le cuffie.
Specifiche tecniche: consumare poco, consumare bene
Le specifiche tecniche di Switch 2 non sono pensate per offrire le massime prestazioni, Nintendo non ha mai puntato su questo per vendere i suoi prodotti. La scelta è ricaduta su architetture e componenti di facile reperibilità e potenti quanto basta per dare un salto generazionale marcato ma con un occhio ai consumi. La situazione attuale purtroppo è complicata, Nintendo ha bisogno di produrre un gran numero di console senza salire troppo con il prezzo, ecco perché ha preferito puntare su un processo produttivo non certo all'avanguardia (realizzato da Samsung a 7 nm), che ha però il pregio di avere maggiore disponibilità di linee di produzione libere.
All'interno c'è il processore T239 di NVIDIA, un SoC personalizzato da Nintendo per le esigenze specifiche di Switch 2. In tutto ci sono 8 Core ARM Cortex-A78C, mentre la GPU Ampere ha 1536 CUDA Core, oltre a RT e Tensor Core per gestire il Ray Tracing e DLSS, per una potenza massima in modalità docked di poco più di 3 TeraFlops. Ci sono poi 12 GB di RAM LPDDR5X e 256 GB di memoria interna, quest'ultima di tipo UFS 3.1.
A prescindere dall'aumento della forza bruta rispetto al vecchio Tegra X1, processore ormai molto datato, l'elemento più importante del nuovo hardware sono i Tensor Core di terza generazione, che permettono di sfruttare il DLSS, dando così un boost importante alle prestazioni. Dubito invece che gli RT Core verranno impiegati davvero, almeno nei titoli più esigenti graficamente: pur supportandolo, sarà difficile vedere il Ray Tracing su questa console a mio avviso, richiede troppe risorse. Peccato invece per l'impossibilità di utilizzare il Frame Generation, la tecnologia di NVIDIA che aumenta gli fps generando frame aggiuntivi grazie all'IA, visto che è disponibile solo a partire dall'architettura Ada Lovelace: il suo impiego avrebbe dato molto più respiro, ma soprattutto longevità, a Switch 2.
L'arrivo delle memorie UFS 3.1 è passato un po' in sordina ma in realtà aumenta molto la velocità di trasferimento, con conseguente diminuzione dei tempi di caricamento. Anche qui Nintendo è andata al risparmio, un SSD NVME avrebbe migliorato le prestazioni, così come l'utilizzo di memorie UFS 4.0, ma già così il miglioramento è notevole. Peccato per la quantità, 256 GB non sono poi così tanti se si considera che in futuro arriveranno titoli con asset più pesanti di quelli attuali. Vero che si può espandere la memoria con le schede MicroSD, ma in questo caso la velocità di trasferimento cala drasticamente, annullando di fatto il gap con Switch 1. Con l'aumento del prezzo dei giochi fisici poi sempre più utenti punteranno alle loro controparti digitali, vedremo se i 256 GB basteranno sul lungo periodo.
Ci sono elementi positivi e negativi quindi nell'hardware di Switch 2, uno di quelli più positivi sono sicuramente i consumi. In modalità docked il consumo è sempre in un range tra i 16 e i 22 W, in mobilità invece si scende tra gli 11 e i 14 W a seconda del gioco. Nintendo ha fatto un piccolo miracolo con Switch 2, di fatto consuma meno della metà degli handheld PC più performanti.
Rimanendo in ambito console invece, una PS5 assorbe poco più di 200 W durante l'uso, praticamente dieci volte di più. Vero che la resa grafica è superiore, ma se si considera il rapporto qualità - consumi Switch 2 è un vero portento, pensate cosa avrebbe potuto fare con un processo produttivo più evoluto. Il consumo bassissimo si ripercuote sulle temperature, che non raggiungono mai livelli critici, sia in modalità docked che portatile. Il calore si avverte se giocate console alla mano ma solo dopo lunghi periodi e senza diventare mai fastidioso.
Secondo Nintendo, Switch 2 dovrebbe offrire un'autonomia variabile tra 2 e 6,5 ore in modalità portatile, a seconda del tipo di gioco. La batteria da 5220 mAh permette poco più di due ore e mezza nei titoli più pesanti graficamente, con i giochi più leggeri questo tempo può salire anche a cinque ore, tutto dipende dal carico di lavoro che il processore deve svolgere. Un risultato che può sembrare non eccezionale vedendo i consumi così bassi e in rapporto ad esempio ai PC handheld attuali, ma in realtà è stato ottenuto con una batteria nettamente più piccola rispetto a quelle utilizzate da prodotti come Steam Deck OLED.
Ad esempio proprio la console di Valve utilizza una batteria da 6470 mAh, tuttavia rimane dietro a livello di autonomia rispetto a Switch 2. Infine il tempo di ricarica, che si aggira intorno alle 3 ore.
Si poteva fare di più? Vista l'ottimizzazione raggiungibile in un ecosistema chiuso come quello Nintendo sicuramente sì, soprattutto puntando su un processo produttivo più evoluto e su una batteria più grande. Il problema è sempre il costo necessario per implementare questi accorgimenti, inoltre una batteria più grande avrebbe aumentato il peso, che nel caso di Switch 2 è di soli 535 grammi, contro i 669 grammi di Steam Deck OLED e i 670 di ROG Ally X. Nintendo ha quindi creato la console portatile moderna con la migliore autonomia, ma come abbiamo visto avrebbe potuto fare molto di più, pagandone però il prezzo a livello di costi e maneggevolezza.
Come girano i giochi?
Arriviamo ora alla parte forse più importante di questa recensione, ovvero i giochi. Partiamo dal presupposto che, per una console attesa da così tanto tempo, avremmo voluto vedere una line-up più corposa al lancio, i titoli pensati per Switch 2 sono ancora pochi e molti di essi sono aggiornamenti di giochi già usciti per la precedente console. Aggiornamenti che portano il DLSS, aumentano la risoluzione e la fluidità, ma senza andare a migliorare texture o modelli poligonali. Diciamo che Nintendo ha seguito una politica che possiamo riassumere con "minimo sforzo, massima resa", perchè anche senza aggiornare gli asset le differenze rispetto al passato sono abissali.
Come abbiamo visto nello speciale dedicato a The Legend of Zelda: tears of the kingdom, l'avventura di Link guadagna il 4K (upscalato dal 1440p con DLSS) in modalità docked, mentre in modalità portatile arriva al Full HD, sempre con 60 granitici frame al secondo. La pulizia dell'immagine ne giova molto, così come la resa del colore, grazie a un HDR efficace che rende il mondo di gioco più saturo e ricco di tonalità diverse, impossibili da vedere sullo schermo della vecchia Switch. Certo con delle texture e dei modelli rinnovati sarebbe cambiato ancora di più, ma purtroppo non è andata così. Ad ogni modo, se lo avete già giocato, il mio consiglio è di riprendere in mano Zelda: tears of the kingdom su Switch 2, perché è davvero un altro mondo. Se non lo avete mai provato invece questa è l'occasione per gustarlo nel migliore dei modi.
Rimanendo in casa Nintendo c'è poi Mario Kart World, il primo vero titolo "nativo" per Switch 2. Qui la risoluzione è di 1440p in modalità docked e in Full HD in modalità portatile, il tutto con una resa grafica eccellente, anche se facilitata dall'aspetto cartoonesco di ambienti e personaggi, che non richiede un livello di dettaglio elevato per rendere al meglio. Il frame rate non scende mai sotto i 60 fps, davvero niente male, soprattutto considerata la complessità delle piste e degli elementi che le compongono. Efficace è poi il sistema di illuminazione, con tanto di ciclo giorno - notte, che riesce bene a nascondere la sua natura precalcolata: si è parlato di tanto di Ray Tracing su Switch 2, ma anche qui nemmeno l'ombra.
C'è poi Cyberpunk 2077, il titolo scelto per dimostrare che con Switch 2 anche i tripla AAA di terze parti possono essere convertiti. Il gioco è davvero eccellente se usato in modalità portatile, sia con preset Performance che in quello Qualità, ma mostra qualche problema di nitidezza e di ghosting se utilizzato sul grande schermo. Già con un 42 pollici questi difetti sono visibili, quando siamo passati a un 65 pollici sono diventati ancora più evidenti. Il mio ricordo va alle prime implementazioni del DLSS su PC, che soffrivano degli stessi difetti, la speranza è che col tempo e con le prossime patch questi problemi vengano risolti. Sia chiaro, Cyberpunk 2077 su questa macchina e con questi consumi è un miracolo, ma per ora lo è solo in modalità portatile.
Parlando invece dei titoli più vecchi e senza aggiornamenti specifici per Switch 2, l'esperienza rimane quasi identica rispetto a quella della generazione precedente. Dico "quasi" perché in realtà dei cambiamenti ci sono, ad esempio il frame rate diventa decisamente più stabile, inoltre l'adattamento dell'immagine al 1080p rende un pochino più definita la scena, ma nulla di più.
Ad esempio provando It Takes Two la fluidità è molto buona, l'immagine inoltre diventa leggermente più nitida grazie alla risoluzione superiore, peccato che Nintendo non abbia previsto alcun tipo di upscaler automatico basato su Tensor Core, ma nemmeno un semplice upscaler spaziale, che avrebbe aumentato la qualità grafica senza bisogno di patch. Ovviamente queste soluzioni avrebbero potuto creare qualche problema a livello grafico con alcuni titoli, visto che sarebbero stati upscaler generici e non tarati sul singolo gioco, ma avrebbero potuto dare una mano nel renderli visivamente più appaganti e a costo zero. Una soluzione di questo tipo potrebbe comunque arrivare in futuro, speriamo che Nintendo ne tenga conto.
Sul fronte software la novità più gradita è l'uscita video in 4K, che rende l'interfaccia più bella da vedere e più pulita. C'è poi Game Chat, che ha un tasto dedicato sulla scocca: una volta avviata permette di chattare con un massimo di dodici persone mentre si gioca, condividendo anche il proprio schermo, grazie alla nuova videocamera di Nintendo, che costa 60 euro.
Prezzo e prospettive future
Switch 2 è venduta a un prezzo di 469.99 euro, che diventano 509.99 per il bundle con Mario Kart World. Come sappiamo il prezzo dei giochi è salito e può raggiungere anche gli 89.99 euro nelle versioni fisiche, mentre in digitale si può arrivare a 79.99 euro per i titoli più cari. A questo costo bisogna aggiungere l'abbonamento per giocare online, di 19.99 euro per un anno, ma se volete il pacchetto aggiuntivo salgono 39.99 euro, che permettono però di non dover pagare gli aggiornamenti grafici dei giochi. Il prezzo della console ci sta, visto anche l'hardware al suo interno, l'ecosistema invece inizia a diventare caro, se si sommano i costi maggiorati per i giochi e l'online da pagare a parte.
Costi a parte, giocando un po' con l'immaginazione mi sono chiesto come sarà Switch 2 tra qualche anno, e qui qualche dubbio mi viene. Fermo restando che Nintendo ha fatto bene a mantenere le sue IP solo su Switch, e che anche solo questo basterà a renderla longeva, qualche dubbio sulla tenuta dell'hardware sul lungo periodo ce l'ho. Basta guardare Cyberpunk, che è bellissimo in mobilità ma va in sofferenza in modalità docked, e stiamo parlando di un titolo che, per quanto complesso graficamente, è uscito nel 2020. Cosa accadrà quando arriveranno giochi di peso e di terze parti più moderni? Basterà questo hardware per gestirli?
Va poi considerato il mercato per quello che è ora, se si escludono le esclusive Nintendo ormai il mondo handheld è stato sdoganato, alternative non mancano per giocare in mobilità. Magari ora non sono molto più potenti di Switch 2 e non offrono la stessa autonomia, ma già tra un anno questo hardware verrà surclassato. Alla fine si torna al punto di partenza, il vero valore aggiunto di Switch 2 sono le sue esclusive, speriamo quindi che Nintendo ne faccia uscire in quantità nei prossimi anni.
Queste considerazioni valgono per me che ho 41 anni e utilizzo quasi sempre il PC per giocare, c'è però tutto un altro pubblico da considerare quando si parla di Switch, ovvero i bambini. Nintendo è rimasto l'unico brand nel mondo del gaming con un focus marcato anche sui più piccoli, la forza di Switch è anche questa, perché permette ad adulti e bambini di giocare sulla stessa piattaforma, spesso anche con gli stessi giochi e in contemporanea. Un fattore da tenere sempre a mente, perchè con Switch il pubblico si espande in modo esponenziale, verso lidi in cui non contano caratteristiche tecniche, grafica all'avanguardia e potenza, ma solo il divertimento.
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